Curioso che con la musica più “immateriale” per eccellenza vengano a coniugarsi le esperienze e i percorsi artistici dei due protagonisti di questo lavoro. Un tracciato a dire il vero più congeniale a Franco Virgilio che, su questi terreni si era già cimentato con disinvoltura in un recente passato con il duo Arthemis.

Levandosi di dosso i panni del cantautore sensibile e riflessivo Gigi Acquas si immerge invece in uno stile compositivo che non gli conoscevamo. “Sustain” sembra per questo destinato a dare veramente inizio ad un nuovo sodalizio che fa della quasi evanescenza della sua struttura musicale, il richiamo più forte.

Come è usuale per una musica per sua natura rilassante e conciliante, anche le dieci tracce di questo lavoro sprigionano suoni eterei, impalpabili; destinati a cullare l’ascoltatore che qui però ha anche modo di dipingere ambientazioni e situazioni differenti.

Perché è la musica dal profondo sapore evocativo che si ammanta di sensualità e di timbriche multicolori, strizza l’occhio a l’estremo Oriente , si dilata in fraseggi jazzistici, si stempera nel classicismo, si illumina del calore Sudamericano. Ma offre anche improvvisi scossoni quando recupera la piena corporeità del ritmo per evocare ed esaltare antiche pratiche sportivo-filosofiche del Giappone. “Sustain” ha così l’ebbrezza  e l’estasi di un viaggio onirico ed al risveglio la tavolozza di policromi e tenui pastelli è ancora tra le nostre mani.

 

Giacomo Serreli